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Al primo posto

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Una cosa di cui non mi capita mai di parlare ma a cui penso ogni volta che entro in un locale è la cura nell'igiene e nella pulizia. Si potrebbe dire molto di un posto da questa particolare attenzione che spesso, purtroppo, viene messa in secondo piano, sottovalutandola.
Non sto parlando di quegli ambienti in cui trovi i pout-pourri nei cestini di vimini nel bagno e carta igienica per un esercito, in cui le piastrelle riflettono luce e ci sono addirittura riviste di moda (?) sul banco del lavandino, perché questi posti, oltre a essere di categoria 'superiore', sono gestiti da chi ha capito che la qualità dev'essere garantita in ogni angolo e sotto ogni aspetto. Partiamo quindi dagli errori più comuni per arrivare alle situazioni più imbarazzanti. (Sulla condizione dei bagni bisognerebbe aprire un tristissimo capitolo a parte, pertanto eviterò di farlo e mi atterrò alla zona di consumazione e ai suoi attrezzi.)
Pulizia del bicchiere: a chi non è capitato almeno una volta di trovare un calice opaco per la polvere o gli aloni, causa di carente asciugatura? Per non parlare del timbro del rossetto, che spesso resiste anche al calore della lavastoviglie. Una volta può accadere, basta farlo notare, sperando di non assistere allo sbuffo scocciato del cameriere, quanto piuttosto alle sue dovute scuse; la seconda volta vi farà però capire di non dover tornare, cosa che avreste dovuto fare già dal famoso sbuffo.
Pavimento: evidente la difficoltà di certi bar che puntano sulle colazioni di tenere sgombro il pavimento dalle briciole dei cornetti nell'ora di punta, per evitare di spazzare i piedi ai clienti, ma l'importante è non trovare residui di brioche alle sette di sera, né patatine schiacciate sotto i tavolini alle otto del mattino.
Passiamo quindi ai tavolini: la prima cosa da fare quando i clienti liberano il proprio è quello di pulirlo a dovere perché (giuro!) non sopporto di sedermi e consumare su un piano sporco e appiccicato, ma tantomeno bagnato da un lavasciuga palesemente consumato.
Cucchiaini: vi è mai capitato di evitare di mescolare un caffè perché sul cucchiaino è spalmata una bella macchia di detersivo o sono disegnati tanti cerchietti bianchi sinonimo di gocce asciugate direttamente sull'acciaio? A me si... Con un tovagliolino si fa presto a toglierlo ma sarebbe più opportuno che venisse fatto prima dal barista.
Potremmo continuare con chi vi prende la brioche dalla vetrina a mani nude, le stesse che userà per darvi il resto del conto, passando per l'abominevole visione del getto del vapore incrostato di latte (rimedio: un rapido colpo di bagnasciuga dopo ogni uso), proseguirei in questo teatro degli orrori citando i vari sotterfugi di chi accidentalmente fa cadere tazze e tazzine e per non prendersi la briga di lavarle le riappoggia al loro posto, con occhiatona furtiva anti-sgamo ben poco efficace.
La lista è oltremodo allungabile, tanto che ogni giorno si potrebbe aggiungere un pezzo a questo articolo. Vorrei concludere però con una parentesi anche sui comportamenti di chi sta dall'altra parte del bancone e proprio non riesce ad avere rispetto per il lavoro altrui.
Parlo di chi fa strappare e aprire le bustine di zucchero ai figlioletti che, data la tenera età, non posso sapere che tutto quello zucchero non dovrebbe stare sul tavolo; di chi non fa lo sforzo di sbriciolare sul bancone ma tutt'intorno; di chi non trovando il cestino al primo sguardo getta a terra i tovagliolini appallottolati; di tutti quelli che si sentono legittimati a considerare questa professione come se fosse di serie B, non considerando che c'è qualcuno che si sta mettendo al loro servizio.
Cerchiamo quindi di tenerci alla larga dai locali di cui parlavo appena sopra ed evitiamo di frequentare persone come quelle appena citate.
Se vi va, aiutatemi a ricordare altri esempi di entrambe le categorie.