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Wanted dead or alive: Food Blogger

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Ricordo perfettamente un giorno di quasi mille anni fa (ahimè) in quarta liceo, quando un’insegnante di madrelingua inglese ci aveva allietati con la sua presenza cercando quasi invano di farci sostenere un dialogo nella sua lingua e scegliendo come argomento il cibo. La prima domanda che ci porse fu ‘Are there many programs about food on italian TV?’ e noi, avendo come unico riferimento ‘La prova del cuoco’, rispondemmo con un ‘No’ convinto. Vorrei poter rivivere la stessa scena oggi, nel 2014, dopo sei anni, un tempo relativamente breve, ma durante il quale fra programmi televisivi, blog, siti, pagine su facebook e chi più ne ha più ne metta, la cucina ha proliferato, raccogliendo adepti che ne avrebbero documentato le sue mille sfaccettature in ogni momento in ogni parte del mondo con ogni mezzo e con quel classico spirito critico che contraddistingue i veri professionisti. Peccato che non di protagonisti stiamo parlando, o almeno non sempre. Nella massa si possono trovare alcuni chef che per far conoscere la propria arte si sono adeguati all’andazzo, iniziando a pubblicare quanto più possibile, ma per la maggioranza dei casi, le pagine aperte sul tema ‘cucina’ appartengono a chi si è improvvisato cuoco fra le mura domestiche, o ancora a chi ha la fortuna di frequentare molti ristoranti, o a coloro che si limitano a essere delle buone forchette, fotografando e postando tutto ciò che gli capita a tiro e, infine, a chi si è letteralmente improvvisato in un ambito che non gli compete minimamente.

Quello che voglio rivolgere oggi è un vero e proprio appello: BASTA! Basta a chi si crede di essere qualcuno che non è, inventandosi una professione che merita passione e duro lavoro. I blog di cucina stanno subendo lo stesso destino dell’informazione 2.0: la necessità di documentare ‘tutto e subito’ in tempo reale facendo a gara a chi riesce a farlo per primo, ha fatto scadere la qualità del giornalismo, tant’è vero che sempre più spesso si son potuti trovare articoli sgrammaticati, scoordinati e rivoltanti nella forma e nella sostanza. Nel mondo culinario l’improvvisazione ha proliferato fino a far diventare uno standard la comparsa di migliaia, anzi milioni, di voci quando attraverso un motore di ricerca si digita la ‘c’ di cucina, magari per cercare tutt’altro risultato.

Abbiate pietà, e dedicatevi con serietà a questa meravigliosa area del piacere, oppure cercate la vostra strada occupandovi di qualcos’altro.