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Luigi Veronelli: camminare la terra

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“Chi cammina la terra sa che l’importante non è arrivare, ma procedere, passo dopo passo. Camminare la terra è esprimere il nostro vivere in continuo movimento. Talvolta occorre fermarsi per riposarsi o per pensare e per gioire o per piangere, e alla fine ricominciare a camminare. Fermarsi anche per ricordare e rivivere la strada percorsa”. (Luigi Veronelli)

E’ quasi superfluo spiegare perché questa sia la frase rappresentativa di una mostra dedicata interamente a una figura eclettica come quella di Luigi Gino Veronelli, una mostra che ne ha interpretato il pensiero, la vita ma soprattutto l’impegno non solo a livello enologico, ma anche nell’ambito del cibo, dei prodotti della terra, con particolare attenzione all’olio, e degli strumenti della tavola.

L’ esposizione, ospitata dalla Triennale di Milano, è stata articolata su un piano sia cronologico che tematico. Tale scelta interdisciplinare è volta a sottolineare il carattere dinamico e complesso del lavoro di questo studioso, cha ha coperto mezzo secolo di storia.

Testimone dei cambiamenti societari ed economici del ‘900, Veronelli è rimasto radicato alle sue convinzioni durante tutta la vita, senza mai rinnegarsi di fronte al confronto, ma anzi incoraggiandolo. Il suo nome era ed è tuttora legato soprattutto al vino, ma questo editore, nonché giornalista, nonché gastronomo, ha affinato negli anni la sua personale cultura del cibo, vivendo con coraggio e concretezza la forza delle sue idee, tramutatesi in dichiarazioni aperte di perseguimento di una politica volta ad aprire un mondo tanto rurale ai media, di ieri e di oggi.

Le stanze della Triennale di Milano dedicate a Veronelli sono state studiate per cercare di rendere al meglio l’idea del suo lascito: dalla scelta di dedicarsi all’editoria all’interesse per la cucina, dalla documentazione del lungo viaggio in Italia alla riproduzione della sua cantina, dal rapporto non sempre facile con la Rai all’impegno civile contro le multinazionali per nobilitare le tipicità comunali, fino ad arrivare all’ultima grande battaglia per l’olio.

Metodo, eclettismo, studio, concretezza e sguardo al futuro in una sola mostra, dedicata ad un grande uomo, che ha posto al centro della vita stessa la terra e la cultura materiale, operando in un’epoca storica perfettamente inquadrata e che ne ha profondamente segnato il lavoro.

Inaugurata il 21 gennaio scorso, la mostra sarà ospitata dalla Triennale di Milano sino al prossimo 22 febbraio, per poi spostarsi a Bergamo.

La forza di una tale esposizione sta anche nell’esperienza multisensoriale proposta grazie al supporto tecnologico Vocal-it® One, un’applicazione che tramite codici QR permette al visitatore di essere accompagnato lungo tutto il percorso.

Quest’ambizioso progetto è stato promosso dal Comitato decennale Luigi Veronelli e Triennale di Milano, in collaborazione col comune di Bergamo, la curatela di Alberto Capatti, Aldo Colonetti e Gian Artura Rota, e l’accompagnamento progettuale di Franco Origoni e Anna Steiner.