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La fortuna di poter vivere delle proprie passioni

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Ferran Adrià può permettersi tutto ormai. Da anni osannato e criticato con la stessa forza per le sue tendenze e invenzioni culinarie l'istrionico cuoco spagnolo ha deciso di prendersi una pausa di riflessione importante: 2 anni di chiusura del suo locale per riorganizzare il menù.

Immagino che questa decisione darà il via al solito turbinare di opinioni: effettiva necessità di due anni dedicati al riposo e alla ricerca di nuove ispirazioni, una buona trovata pubblicitaria per creare attesa sulle sue novità e prevenire una sovraesposizione , un tentativo di togliersi di dosso la pressione mediatica che lo ha investito da un anno a questa parte per le polemiche (cito solo in italia quella con "striscia la notizia").

Lasciando perdere valutazioni che scadano nel banale, mi sento di dire che aldilà di tutto quest'uomo si merita il mio rispetto per la passione per la sperimentazione che sa mettere sul piatto. Ed è bello poter vedere un uomo che vive delle proprie passioni, farne un lavoro. E' ancora più bello poter vedere un uomo che può permettersi di non togliere mai a queste passioni la loro dimensione declassandole a semplice fonte di sostentamento.

Certo, il suo è un impero. Chiudere il ristorante non vuol certo dire vivere d'aria per lui. Però voglio credere in cuor mio (e datemi pure dell'illuso) che questo sia davvero un motto d'orgoglio dell'anima del cuoco spagnolo che sente il bisogno di ricercare quella luce che l'ha reso ferran adrià.

Quanti dei nostri più grandi chef possono dire di avere avuto questa impennata?...