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La filosofia del condividere il giusto 'spirito': Work Up Academy

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Vi è mai capitato di sentir dire che ci sono viaggi che vi cambiano la vita? Bè, a noi di RG è successo, proprio la settimana scorsa.

In un giorno non meglio precisato dello scorso ottobre, Francesca mi ha contattata perché intenzionata a comprare dalla nostra azienda i prodotti per il bartending da utilizzare nella loro scuola, e quando dico ‘loro’ intendo sua e di suo marito Carlo: sto parlando della Work Up Academy. Non era la prima volta che sentivo questo nome, era come se fosse una musica di sottofondo che mi ronzava in testa ma che ancora non riuscivo a riconoscere. Insomma, nel parlare con Francesca nasce spontanea l’idea di andare a visitare la sede a Cagliari, e perché no, tenere un seminario. Ancora non capivo la portata di ciò che mi stava offrendo.

Lo scorso 7 gennaio, Alessandro Melis, socio insieme a Francesco Pierluigi di ‘Drinkable, berebeneovunque’ oltre che grande amico, insieme a me e a Giorgio Negri, nonché mio padre e titolare dell’RG, partiamo alla volta di Cagliari.

Servirebbero giorni e giorni, pagine e pagine per spiegare l’atmosfera che ci ha accolti, l’ospitalità con cui ci hanno supportati e sopportati, ma anche e soprattutto la qualità di ciò che abbiamo scoperto e di cui vorrei potervi dare un assaggio.

Una sede di studio e lavoro pensata con cura ma soprattutto passione, per riuscire a dare il giusto spazio a ogni attività: gli allievi vengono accolti al banco reception, dal quale si passa per visitare i tre locali principali; sulla destra si trova la sala dedicata al bartending, con un numero consistente di station attrezzate, il banco bar e una bottigliera molto interessante; a seguire, si viene trascinati nel regno del caffè, governato da Giuseppe Musiu e Davide Spinelli, che magheggiano con le macchine e le lattiere, insegnando ai giovani che si confrontano con aeropress e tostatura. Vorrei sottolineare che questa è la stanza con l’angolo di cui Francesca va più orgogliosa, perché allestito coi suoi giocattoli preferiti: dovete infatti sapere del suo debole per i ‘Coffee in good spirits’ e del suo studio costante e approfondito in questa materia. Ultima ma non meno importante è la sala dei corsi di cucina, dove nulla viene trascurato: da come impastare il pane a come arrotolare il sushi.

Uscendo da questo primo ambiente, ci si può dedicare a scoprire un’appendice della scuola con tavoli apparecchiati per l’esercitazione al servizio in sala, seguita da una stanza in cui è stato allestito un piccolo banco bar in legno, un banco che dà l’idea di casa e dal quale si può godere della lettura dei messaggi che i vari seminaristi hanno lasciato per ringraziare Carlo, Francesca e tutta la scuola. Ed eccoci arrivare all’ultima sala, quella col proiettore, con le sedie allineate, con le foto dei ragazzi sulle pareti, quella che per un’intera giornata è stata la nostra casa, il nostro luogo di approfondimento, dove allievi affamati hanno assorbito le nozioni che abbiamo trasmesso.

In breve, cosa abbiamo trovato? Oltre a un luogo stimolante, coltivato con entusiasmo, una vera famiglia, in cui tutti si aiutano e sostengono, quindi più che una scuola, un vero e proprio ritrovo per amici che perseguono le stesse passioni e hanno fatto del loro lavoro il loro più grande interesse.

In sostanza, posso affermare che da questa esperienza abbiamo ricevuto molto più di quello che abbiamo offerto e che la loro filosofia, ‘share the right spirit’, ci ha permesso di sederci allo stesso banco in cui sono passati grandi professionisti, un banco in cui tutti ci sentiamo uguali e in cui siamo stati ‘smascherati’ perché impreparati alla profonda competenza dei nostri interlocutori.

Speriamo di aver trasmesso almeno in parte la positività che tutto questo ci ha infuso.

Un ringraziamento particolare va a Francesca, Carlo, Alessandro, Simona, Giuseppe, Davide, Ivan, Michele e a tutti i ragazzi.

Ah, auguri Poldo!