| In cucina

Intervista allo chef Enrico Recanati

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Leggendo qua e la di te per documentarmi meglio in modo da poterti fare domande pertinenti, mi sono accorta che molti occhi sono puntati su di te, sei una specie di sorvegliato speciale, soprattutto dopo la stella Michelin appena ricevuta. Dimostrare di essere sempre all’altezza delle aspettative ti stressa o ti gratifica ?

E’ una gratificazione

La tua storia parte da lontano e anche se sei solo un quarantenne, hai esperienza da vendere e i risultati del tuo impegno e del tuo talento non stentano ad arrivare. So che hai avuto occasione di approfondire la tecnica con stage da Dalsass, Lehman e Vissani. Cosa ti hanno trasmesso questi maestri ?  C’è qualcosa in particolare che hai appreso da ognuno di loro?

Sicuramente da Dalsass il proiettarmi in un paese straniero perché la svizzera ha modalità e materie prime differenti dall'Italia, da Lehman la sua filosofia del pensiero vegetariano e veghiano, nei piatti solo con verdure c'è particolare attenzione al sapore, da Vissani, grazie alla sua grande conoscenza della materia prima che trovo in lui in maniera accentuata più che in ogni altro che abbia mai incontrato, l'importanza di conoscere bene il prodotto.

Fai parte dell’Associazione CHIC – Charming Italian Chef, mi pare che raccolga una settantina di chef, come è impostata l’attività dell’Associazione, organizzate eventi, corsi ?

Organizziamo eventi, cene a 4-6-8 mani per scambiarci idee, conoscenze, prodotti e offrire al cliente anche diverse angolazioni di cucina, non solo la cucina marchigiana.

Non ami parlare delle tua cucina, preferisci far parlare i tuoi piatti, e ho notato che curi in modo particolare i nomi delle ricette, come se fossero titoli di film o di canzoni, insomma le tue ricette raccontano una storia, contengono già nel nome una trama e questo mi fa pensare che dietro ogni ricetta ci sia molto pensiero, una analisi attenta delle materie prime, dello sposalizio degli ingredienti e delle rispettive cotture…? Come nasce una tua ricetta? Quando la consideri definitiva, pronta per essere proposta?

Prima di tutto penso al prodotto e ai suoi abbinamenti e l'idea che voglio dare. es. il pollo in tazza che è pollo in potacchio (vecchia ricetta marchigiana) con sopra una spuma di patate che non è altro che pollo e patate tipico della ns storia. Sinceramente ci vuole svariato tempo per perfezionare un piatto e quindi li considero sempre un po' "work in progress".

Cucinare è sicuramente come ogni altra forma artistica e artigianale un modo per trasmettere emozioni, per dare piacere agli altri. E tu il piacere da dove lo trai maggiormente (professionalmente parlando, ovviamente)?

Dalla cottura di un prodotto

Come è impostata l’attività del tuo ristorante Andreina a Loreto? Tua moglie, che è una elegante e raffinata sommelier, da quello che ho capito svolge un ruolo fondamentale nella attività, oltre immagino, la scelta della carta dei vini, è così?

Certo, svolge un lavoro fondamentale, i miei occhi in sala sono i suoi e mi aiuta in tutto.

Avete un progetto, un sogno nel cassetto, qualche idea particolare a cui vorreste prima o poi dar vita, o il meglio per voi è riuscire a continuare a portare avanti con successo questa meravigliosa attività di famiglia?

I sogni nel cassetto sono tanti, come deve essere, perchè si vive di sogni, è importante avere un grande mobile con tanti cassetti ancora da aprire.

Se i frequentatori di questo blog avessero piacere di conoscere meglio la tua attività, come ti possono rintracciare ?

Tramite il sito, www.ristoranteandreina.it o la pagina facebook (facebook.com/RistoranteAndreina) costantemente aggiornato sulle nostre attività.

 Intervista a cura di Monica Palla