Sul Bancone Intervista a Leo(nardo) Leuci by Redazione RGLife Condividi venerdì 28 ottobre 2011 Ciao Leo, mi piace molto l’idea di poterti fare qualche domanda, perché credo che l’esperienza accumulata in tanti anni di Jerry Thomas Project, sia molto utile anche a chi frequenta questo blog, per comprendere “a che punto siamo”. Tanto per inquadrare l’argomento, parlaci del Jerry Thomas, Project. Naturalmente chi preferisce saperne di più, può andare a visitare il vostro sito www.thejerrythomasproject.it , ma in due parole ci puoi riassumere il motivo principale che vi ha spinto verso questo progetto e le sue finalità principali?Jerry Thomas Project Rome e Jerry Thomas Speakeasy sono due progetti nati quasi per caso , da poco rientrato in Italia dopo un lungo periodo passato girovagando per caraibi , una sera incontro 2 vecchi amici Antonio Parlapiano e Roberto Artusio che stavano lavorando ad un nuovo progetto di formazione , veramente innovativo per il mercato italiano , l’idea era quella di portare in Italia un concetto di mixology che era quasi totalmente sconosciuto ai bartender nostrani ancora troppo legati a stereotipi obsoleti anni 50 o al flair Bartending … iniziammo a lavorare sull’organizzazione di seminari con topic come il japanese bartending , il New Tiki Style , il twist on Classic e la rinascita della Mixology classica del periodo pre proibizionista americano … Nello stesso momento trovammo un piccolo locale nel centro di Roma che ci sembrò perfetto per aprire , seguendo il trend mondiale , il primo Speakeasy bar italiano … in pochi mesi abbiamo concretizzato tutto , e con le sole nostre forze abbiamo aperto il nostro locale e organizzato in giro per l’Italia una serie di seminari in collaborazione con alcuni tra i più importanti mixologist della scena mondiale come Stanislav Vadrna e Marian Beke ottenendo un incredibile successo tanto da iniziare collaborazioni in giro per l’Europa e non solo. Negli anni, da quando avete iniziato ad occuparvi di formazione nel mondo della miscelazione, come è cambiato il panorama di chi si avvicina a questa professione ? E’ un tipo di professione in crescita ?Bisogna prima di tutto scindere il mercato italiano dal mercato europeo e mondiale , l’Italia è in grande ritardo professionalmente parlando rispetto a paesi come l’Inghilterra e la Germania ma anche rispetto a Spagna Olanda Francia e Slovacchia ,il nostro paese a causa di un retaggio del passato troppo legato alle associazioni di categoria che hanno ancorato la professione del Bartender agli anni 50 e soprattutto alla devastazione culturale iniziata alla fine degli anni 90 che ha visto i Bar ed i locali italiani trasformarsi in tanti circhi pieni di lanciatori di bottiglie è rimasto indietro e non ha seguito da subito il fenomeno della rinascita della mixology classica che sta spingendo il mercato mondiale del bar … In italia purtroppo ancora oggi , la professione del bartender non viene presa troppo sul serio , sono ancora troppi gli improvvisati e gli occasionali senza arte , ma soprattutto manca ancora troppo spesso da parte degli imprenditori , la capacità di capire che un bartender è una risorsa fondamentale per un locale molto più degli arredamenti o dello stile del locale. Comunque le cose lentamente stanno cambianod anche da noi , sempre più ragazzi si avvicinano a questa professione nel modo giusto , puntando sulla cultura , sulla ricerca , sulla conoscenza delle basi classiche e sulla storia della mixology. Credo che la professione sia in crescita , anche se purtroppo ci sono in Italia troppi attori che si occupano di formazione che hanno trasformato l’insegnamento solo ed esclusivamente in un business , anche questi personaggi dovrebbero capire che il mercato ha bisogno di professionisti , preparati , curiosi e open mind e non di automi o di mummie ingessate dietro il bar. Come si sviluppa esattamente la vostra attività? So che i vostri settori di intervento sono vari, dai seminari, agli eventi, alle strategie di promozione e tutto finalizzato all’eccellenza.Chi sono i vostri clienti, i vostri partner, e quali sono gli utenti ai quali vi rivolgete? Quale è la tipologia dei frequentatori dei vostri master di formazione?Fondamentalmente ci dividiamo tra il lavoro allo Speakeasy dove cerchiamo di promuovere l’eccellenza e dove cerchiamo di mostrare che un concetto diverso di bar è possibile , e i seminari di formazione e le masterclass. Siamo fieri di aver creato una piccola, ma vivace comunità di amici Bartender indipendenti , senza aziende e multinazionali alle spalle e mossi da una vera passione che ci seguono e supportano , non abbiamo veri e propri partner commerciali , ci piace scegliere le aziende con cui collaboriamo seguendo anche dei principi etici , non ci piace chi mente al mercato , chi forza il mercato , chi distoglie l’attenzione sulla qualità per vendere delle etichette e non dei prodotti. Per quello che riguarda i nostri master abbiamo un pubblico molto vario , dal giovanissimo Bartender che muove i primi passi nel mondo della miscelazione fino al professionista che ha voglia di aggiornarsi. Quali sono state le iniziative che ti hanno dato la maggiore soddisfazione professionale o umana?Siamo stati chiamati in Russia , in Slovacchia , in Francia , in Spagna , in Olanda , in Belgio per promuovere il nostro concetto di bar , e questo ci ha riempito di orgoglio perché è stato veramente un premio per la nostra dedizione e la nostra passione. Il nome Jerry Thomas è già un test di conoscenza, chi non comprende perché vi chiamate così, evidentemente ignora la storia del bere miscelato. Jerry Thomas è stato certamente il primo barman della storia , ante litteram, e il nome della vostra attività è un bellissimo omaggio alla sua memoria, ma perché Jerry Thomas è stato così importante per la storia del bere miscelato?Credo che Jerry Thomas con il suo libro sia stato il primo a porre delle basi tecniche che potessero essere seguite da tutti i Barman , ha creato uno standard qualitativo di servizio e innalzato la professione ad un livello superiore come nessuno fino a quel momento. Inoltre la sua vita è stata un incredibile avventura degna di un film. Insomma Jerry Thomas non è stato solo un grande innovatore e creatore di drink ma anche un uomo pieno di ingegno e di follia , doti che non guastano mai in un bartender.Dall’alto di una esperienza italiana ed internazionale così ampia ed approfondita, cosa avete capitalizzato e dedotto? Dove sta andando il mondo del bere miscelato? E l’Italia nel panorama internazionale, come si pone?Purtroppo come ho detto in precedenza in Italia siamo un po’ indietro , fortunatamente , anche se questo potrà fare arrabbiare qualcuno , sappiamo esattamente chi sono i colpevoli dalle associazioni anacronistiche alle scuole di barman che hanno tralasciato la professionalità per speculare , ma anche a quelle aziende che continuano a vendere fumo invece che aiutare la cultura del bere .Comunque adesso , grazie ad internet ed ai gruppi di professionisti che collaborano e si scambiano esperienze e consigli e grazie alle tante opportunità di formazione di qualità che stanno approdando anche in Italia , chi ha veramente voglia di vivere questa professione nella maniera giusta , sa che cosa e chi deve seguire .Per ultimo, hai un suggerimento, un consiglio, una riflessione da offrire a chi volesse oggi intraprendere la carriera di bartender?Per favore , rimante indipendenti , pensate con la vostra testa e non lasciatevi stregare da quello che io scherzosamente , chiamo “ il lato oscuro del bartending “ … puntate sulla cultura e ricordatevi che alla fine siamo degli artigiani , con un pizzico di magia nelle mani. Per chi avesse piacere di contattarvi, quale è il riferimento più diretto?Il nostro sito e le nostre pagine facebook “ the jerry thomas project “ & “ jerry thomas speakeasy “Ciao a tutti Leo Intervista a cura di Monica Palla