| Sul Bancone

Intervista a Daniele Gentili

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Quando si usa il termine mixologist, si intende ormai un particolare target settoriale di barman e bartender, proiettati nella ricerca e nella sperimentazione di cui tu fai parte a pieno titolo.

C’è chi si è specializzato nella sferificazione, chi nel bio ed organic, chi nell’affumicazione come te.

Come è nata questa passione e come la stai sviluppando?

La mia fortuna è che sono nato assetato… di sapere!

Come tanti altri, sono uno che senza pregiudizio, senza paura del nuovo o del ridicolo, cerca. Tutti noi siamo nati per fare un proprio percorso nella vita, ma ci sono due tipologie di persone: una che segue il tracciato, e l’altra che la strada se la fa da sé.

Io come diversi miei colleghi ed amici, ricerchiamo, sperimentiamo e molto spesso ci scontriamo con amare “sconfitte”, ma visto che come disse il grande Terzani < uno stesso posto può significare cose diverse a seconda di chi lo visita>, andiamo avanti per soddisfare sia i nostri clienti sia noi.

Il mio approccio all’affumicatura è nato grazie ad un video postato un paio di anni fa che metteva in evidenza l’influenza del fumo su un piatto di un grande Chef blasonato. Da quel momento è nata una mia ricerca fino ad arrivare al sito di RG Commerciale ed hai mitici video di Alessandro! Infestando il locale di fumo( potete immaginare i commenti) e dopo vari test con miscele diverse, dirette ed indirette, sono arrivato ad una buona conoscenza dell’importanza di tutti i passaggi, proprio perché tutti i palati dei nostri clienti sono diversi, e di conseguenza non tutte le metodologie sono applicabili.

Per chi non conoscesse il sito del Micca Club di Roma di cui sei mixologist, suggerisco caldamente di visitarlo perché è davvero un sito diverso da tutti gli altri (www.miccaclub.com). Lo stile e la grafica del sito hanno un profumo “vintage” e tuttavia molto avanti, c’è un gusto preciso. Rispecchia anche lo spazio fisico del Micca Club?

La comunicazione è la prima immagine del Micca Club che arriva al pubblico. Per questo la nostra grafica è molto curata e rispecchia sempre il contenuto dell'evento che proponiamo. Lo stesso spazio fisico del Micca Club, ha un sapore retrò, ma allo stesso tempo contemporaneo: gli archi di epoca romana sono affiancati da gigantografie di immagini d'epoca, con colori fluo, sedute che richiamano il design degli anni '60 e led colorati che delineano le forme di questa cattedrale postmoderna.

L’attività di iniziative e corsi, serate e eventi del Micca Club è davvero notevole.

Quali sono le novità? In quali nuovi direzioni vi state cimentando?

Ci stiamo muovendo in tre direzioni, così come tre sono le novità di questa stagione. Per primo un'attenzione sempre più curata al beverage che culmina con l'appuntamento settimanale “Delicious”. Delicious propone ogni martedì un nuovo drink pensato dai nostri mixologist  e la selezione dei migliori cibi e vini autoctoni del nostro paese. Per secondo una direzione artistica che porta sul palco per ben due volte a settimana, spettacoli teatrali fra cabaret e varietà. Quindi la strada dello spettacolo, dopo l'esperienza passata di spettacoli fatti a teatro, è attualmente quella che più ci interessa. Da quest'anno il nuovo progetto: Za Boom – Un Varietà moderno si affianca allo “storico” Velvet Cabaret – Il Vero Burlesque Show. Altra novità della stagione O.D.E. One Day Expo, la domenica del Micca Club dedicata alle esposizioni, a volte allo shopping, che faranno della “cattedrale” di via Pietro Micca un vero e proprio showroom dove poter trovare le migliori selezioni dal panorama indipendente (moda, design, editoria...)

Quale è il target dei vostri frequentatori e degli iscritti ai corsi?

La nostra clientela ha un'età fra i 25  e i 40 anni e la cosa che li accomuna è la curiosità a proposte artistiche alternative e l'esigenza di voler “bere bene”.

Adesso parliamo un po’ di te, della tua storia. Come ti sei avvicinato a questa professione?  Hai avuto dei maestri  che ti fa  piacere citare? Quali le esperienze più interessanti ?

Il mio approccio a questa professione è nato grazie alla mia necessità di pagarmi gli studi universitari in Ingegneria, e poi il bancone ha preso il sopravvento sulla cattedra universitaria

Anche se sono pienamente convinto che il vero Maestro è quello che ognuno ha dentro di se, vorrei citare grandi professionisti che mi stimolano ogni volta che entro in contatto con loro: lo staff dello Stravinskij bar per la loro gioia e professionalità nel fare il nostro mestiere, i ragazzi del Jerry Thomas Project per la loro impareggiabile competenza, Stanislav Vadrna per la sublime visione del binomio bartender-cliente, Alex Kratena per il feeling unico che riesce a creare con i propri ospiti, Marian Beke per l’indiscutibile capacità tecnica e la visione unica della mixologia, ed infine, ma non meno importante, i miei collaboratori che mi ricordano ogni giorno quanto è difficile e faticoso fare il nostro mestiere, ma quanto è più leggero se lo si fa sorridendo!

Sicuramente l’esperienza del “Solea Club”, un locale che ho gestito per tre anni ha segnato la mia vita sia da un punto di vista umano sia da quello professionale. Inoltre l’evento “drink&fish”, un aperitivo realizzato in una famosa pescheria di Roma è stata una felicissima avventura durata un anno, che volentieri “rinfresco” con alcune guest quando riesco a ritagliarmi degli spazi.

Quali sono oggi i prodotti, i profumi, le attrezzature e le idee che ti intrigano maggiormente?  in quale direzione sta andando la tua creatività?

In questo periodo mi sto concentrando nella tecnica della “scarbonatura”, se mi si concede il termine, ossia addizionare CO2 al drink attraverso varie tecniche, in modo da dare una spinta alle componenti olfattive più delicate di alcune ricette e legarle ad un perlage che si avvicina notevolmente ai più blasonati champagne… bellissima sfida!

Ho notato che nonostante tu sia uno sperimentatore, o forse proprio perché sei uno sperimentatore, nei tuoi corsi poni sempre l’accento sulla storia, sui cocktail classici, sulla disciplina della professione. Secondo te, quale è il rapporto che deve intercorrere tra talento, estro creativo e conoscenza e tecnica, per essere davvero un barman degno di questo nome?

A mio modesto parere, per essere dei veri bartender o mixologist o come ci si voglia chiamare, l’importante è non perdere la concentrazione su un unico fattore fondamentale: ogni volta che ci si mette all’opera, stiamo miscelando delle emozioni per i nostri clienti. Purtroppo e troppo spesso, i 10 cm della pedana fanno sentire i barman almeno 1mt sopra gli altri, riducendo il lavoro ad un puro esercizio di stile e relegando il cliente ad una semplice comparsa.

So che sei anche consulente per la creazione di nuovi locali. C’è a tuo avviso in Italia una nuova generazione di bartender e professionisti in grado di dar vita a locali veramente up to date, competitivi in ambito internazionale?

Fortunatamente la passione di alcuni miei amici e colleghi, che purtroppo alcuni non ho avuto il piacere di conoscere, ha fatto nascere casi interessanti e paragonabili ad altre realtà internazionali, ma purtroppo, se alla passione non si ha un valido appoggio imprenditoriale, la strada è sempre più in salita.

 

 

Una delle tue passioni è quella dell’editoria , dei libri rari e devo dire che questo amore per la “storia” lo si sente anche nella grafica del sito. Quali sono i “pezzi” della tua collezione che ami maggiormente ? C’è un barman del passato a cui ti ispiri o a cui vorresti in qualche modo assomigliare ?

Di testi storici ne potrei citare un paio, ma secondo me l’importante è rimanere attenti anche a quello che succede al di fuori del nostro mondo.

 

Per quanto riguarda l’ispirazione, sicuramente la vita avventurosa di Jerry Thomas è accattivante, ma cerco d’imparare da tutti quelli che sognano ad occhi aperti!

 

Quali i nuovi progetti tuoi e del Micca Club? Hai un sogno nel cassetto?

Il Micca Club è una fucina incredibile d’idee, ma come capita spesso per le grandi aziende, ci sarà bisogno di tempo… aspettate e vedrete!

 

Il mio più grande sogno è andare a vivere in un posto di mare, preferibilmente in Italia, e riuscire a realizzare il connubio tra bancone, insegnamento e… una barchetta da pesca!!!

 

Se qualcuno dei frequentatori di questo blog avesse piacere di contattarti? A quale indirizzo o social network deve fare riferimento?

Vi ringrazio moltissimo per lo spazio che mi avete concesso ed invito chiunque volesse contattarmi a scrivere a:

danielegentili7@yahoo.it

danielebar@miccaclub.com

 

Intervista a cura di Monica Palla