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Io, Giorgio Negri

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Mi occupo di attrezzature per il bar e la ristorazione forse principalmente per passione e per passione, insieme a mia moglie Raffaella e a mio cognato, abbiamo dato vita alla nostra attività –RG Commerciale- che gestiamo da quasi 30 anni.

Sono una persona curiosa. Il mio stile di vita privato e quello professionale coincidono, o per lo meno mi sforzo di farli coincidere, ed è  più per curiosità che per mestiere, che sono sempre fortemente interessato a comprendere il lavoro di chi sta dietro il “banco”. Cerco di assimilare da ogni mio cliente ciò che lo motiva ad aprire ogni giorno il proprio locale, sia che si tratti di un bar o di un cocktail bar, di una discoteca, di un pub, di una trattoria o di famoso ristorante. La mia vita è sempre fuori, sempre per strada, e come tutti quelli che vivono buona parte della propria giornata in viaggio, mangio ogni giorno in un luogo diverso.

Lo faccio da così tanti anni che mi basta uno sguardo per intuire cosa mi posso aspettare da un locale in fatto di bere miscelato o di cucina.

Questa frequentazione professionale e personale con i bar e ristoranti mi ha permesso di riflettere molto sul bere miscelato, sulla cucina, su i tanti filoni e tendenze che entrambe le discipline propongono e nel tempo ho compreso che non esistono filoni o scuole da demonizzare o da approvare incondizionatamente.

Ho capito che tutto si divide solo in buono e cattivo, in seria ricerca o stupida improvvisazione. Intendo dire che ogni qual volta dietro ad una proposta di drink o di piatto esiste un lavoro, una ricerca, una capacità tecnica, una vera passione, il risultato è sempre degno di rispetto e spesso di ammirazione.

Oggi posso affermare con tranquillità che amo tutti i filoni del bere miscelato e amo tutte le scuole di cucina, la mia discriminante è solo quella della qualità.

Per qualità intendo quella delle materie prime, quella degli ingredienti di un cocktail o di un piatto, e soprattutto la qualità di chi mi propone la sua creazione. Che si tratti di un cocktail sferificato o old fashioned, che stia gustando un piatto di trattoria,  o che mi avventuri nella esperienza di uno chef molecolare per provare una emozione unica , magari anche una sola volta nella vita, il mio punto di partenza e di arrivo è sempre lo stesso: amo la ricerca, la passione, il talento, l’esperienza, la tecnica, l’abilità manuale e tutte quelle meraviglie che mi incantano quando comprendo di trovarmi di fronte a chi è maestro nel proprio mestiere. Approvo tutto ciò che trasforma una banale esigenza di sopravvivenza (bere e nutrirsi) in una esperienza positiva. A volte sono i sensi “basici”, quelli del palato, delle papille degustative che vengono soddisfatti per primi e questo mi succede soprattutto quando bevo e mangio ciò che conosco, ciò che fa già parte di me, della mia storia personale, della ma famiglia o del mio territorio di provenienza. A volte invece anche se il palato deve prendere un po’ più di tempo per comprendere la straordinarietà di ciò che sta assaggiando, è il cervello che si bea e si crogiola in quello che comprende essere una esperienza e una emozione forte e positiva.

Credo che per crescere personalmente, per andare avanti, per comprendere l’epoca in cui vivo, l’unico modo costruttivo sia quello di usare i cinque sensi (e forse anche il sesto) come se fossero delle antenne radio pronte a captare ogni segnale che è nell’aria e a valutare ogni incontro con persone, tecniche, strumenti, attrezzi e discipline come opportunità per migliorare, per approfondire e quindi alla fine per provare una gamma di piaceri più ampia e diversificata.

Mi piacerebbe moltissimo che si riuscisse a fare un passo in avanti e che la si smettesse, almeno nel nostro settore, di essere pro o contro qualcosa, adoratori o denigratori di quel o questo pensiero, nel mondo c’è spazio per tutti, per ogni tipo di esperienza  purché valida e le idee che non hanno basi qualitative, ci pensa la storia da sola a portarsele via, nell’oblio.

Ognuno di noi ha la possibilità di scegliere persone, barman, chef, aziende e professionisti con cui rapportarsi umanamente e professionalmente …. Non sarebbe ora di guardare alla correttezza, alla competenza, alla ricerca e alla passione come elementi discriminanti anziché continuare a pensare al bere e al cibo – che sono la base della nostra sopravvivenza - con lo stesso atteggiamento infantile e preconcetto di una tifoseria calcistica?

Il blog www.barnews, bar and chef’ s news, l’ho pensato anche per questo scopo, per consentire a tutti i professionisti di qualità di esprimersi, di confrontarsi, di scambiarsi idee e opinioni.

Spero che tutti coloro che desidereranno partecipare al vicendevole scambio che questo blog offre, comprendano che lo spirito di questo spazio virtuale, (e concreto) non è quello dei partitismi e delle prese di posizione preconcette. Ho aperto questo spazio per dialogare, per  crescere, per migliorare e devo constatare che a meno di un anno dalla sua nascita, il livello dei contributi che ogni professionista porta in questo spazio è importante, sono tanti punti di vista intelligenti, sedimentati dall’esperienza e dalla conoscenza, e sono davvero orgoglioso e grato che tanti seri professionisti abbiano scelto questo spazio per raccontarsi e per lasciare un segnale del proprio pensiero.